Make San Gerardo great again2021. Sono passati due anni dall'ultima volta in cui ho fotografato per la mia città.
“Vino, canti, balli e tarantelle lucane”. Sacro e profano si intrecciano durante i giorni della festa di San Gerardo che trasforma la città di Potenza in un mare di persone che acclama ed inneggia al Santo patrono. Da due anni la festa, a differenza di come appare in questi scatti, si è dovuta trasformare privandosi del tradizionale pranzo e della parata. Ma questa trasformazione non è avvenuta del tutto. La devozione a San Gerardo è andata lo stesso avanti nei cuori e nelle menti di tutti noi che ogni anno aspettiamo gli ultimi giorni di maggio per vedere l'alba dell'estate. La pandemia ci ha tenuti a casa per troppo tempo cambiando le nostre vite, i nostri usi e costumi. Ci ha tolto anche il calore fisico con il quale abbiamo onorato per anni questi giorni di festa. Dalla calca, l'assembramento e i balli e brindisi tipici del Pranzo dei Portatori, fino alla folla che attende il Santo mentre percorre le principali vie della città. Ci ha tolto pure la Morra! L'unico aspetto che è sopravvissuto fortunatamente è la cosa che più rappresenta la vera essenza di questa annuale ricorrenza, cioè la voglia e il cuore di volerlo festeggiare lo stesso. In un modo diverso, forse più intimo e profondo. Questi scatti sono un estratto del tradizionale Pranzo dei Portatori e della Storica Parata dei Turchi in onore di San Gerardo che va dal 2015 al 2019. Quando si poteva ballare, bere, urlarsi la morra in faccia, cantare e abbracciarsi in piazza. Quando si poteva davvero far festa. Anni vissuti tra le file dell'associazione Portatori del Santo insieme a chi ha ideato e visto crescere questo evento. Insieme a chi carica sulle proprie spalle la statua del Patrono e, dopo una ricca mangiata, la porta in visita a tutta la città. In questo 2021 più che mai, come recita il suo inno, “San Grard prut'tor d'Putenz general, gl'hanna fà piglià nu mal a chi l'hanna d'sprzzà!” |
Nel 2000 circa venti ragazzi in abiti tipici mangiavano in un ristorante nel centro storico di Potenza in attesa di sfilare con in spalla la statua del Santo. Con il tempo cittidani che volevano sedersi con loro aumenta e da un pranzo in ristorante si passa ad una piazzetta, fino alla piazza principale della città nel 2010. Nasce il “Pranzo dei Portatori” che attualmente conta circa 1.500 commensali che mangiano, cantano e ballano le musiche popolari, giocano a morra e bagnati dal rosso del vino, inneggiano al Patrono aspettando la sfilata
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Da “Just do it” a “Just doi ziz” è un attimo. “Make Potenza great again”, “Si m’facir bev, ruvesc pur’i cum s’dev”, “Je suis Saint Gerard” sono solo alcune delle frasi celebri tradotte o adattate in dialetto potentino che si possono leggere sulle magliette dei partecipanti al pranzo. Tanto che nel corso degli anni l’associazione ha deciso di indire un concorso per premiarne la più creativa
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“Sei mooo!!!” Attualmente ritenuto proibito, la morra rappresenta il tipico gioco da cantina, o osteria, nel quale ci si urla in faccia la somma dei numeri che i due partecipanti “buttano”, o mostrano, sperando di indovinarla. Durante il pranzo, oltre a ballare le tipiche tarantelle lucane, è altrettanto tipico sfidarsi a morra e chi perde ha l’obbligo di offrire del vino al vincitore
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Nel 1997 nasce da quel gruppetto di ragazzi l’idea di portare, come vuole la tradizione, il Tempietto di San Gerardo a spalla in segno di devozione. Non più su di un carrello. In questo modo prende vita l’associazione culturale I Portatori del Santo che supera i problemi di gestione dell’evento della parata, rivalorizzando così i festeggiamenti in onore del patrono di Potenza. Dallo stadio Alfredo Viviani il Tempietto vieno riportato nella Cattedrale percorrendo le principali vie che conducono al centro storico. Da qui in poi, e per tutta la durata della sfilata, ogni portatore affronta un suo percorso personale fatto di devozione, appartenenza. Un indissolubile legame con la propria città
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Per queste persone essere un Portatore significa essere consapevole di dover portare a piedi, a spalla e con qualsiasi clima il Tempietto del Santo Patrono. Un vero e proprio percorso di crescita nel contesto associativo che si tramanda dai membri più maturi a quelli più giovani
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